martedì 22 dicembre 2015

CONCIMI ORGANICI FATTI IN CASA: I LUPINI MACINATI ASSICURANO OTTIMI LIMONI

Per chi ha la fortuna di avere nel proprio spazio verde una rigogliosa pianta di Citrus appartenente alla famiglia delle Rutacee, meglio conosciuti come limoni è questo il momento adatto per apportare il concime adatto


 Generalmente questa operazione avviene due volte l'anno, concimando abbondantemente a primavera e in autunno.

Aggiungere dei lupini macinati in quantità moderate (intorno ai 40-50 grammi per piante in vaso) ad intervalli regolari di 40 giorni comporta il "miglioramento rapido"delle caratteristiche chimico-fisiche e biologiche del terreno: grazie alla loro composizione, svolgono un'importante funzione di ammendante, apportando una considerevole quantità d'azoto a lenta cessione.
I limoni sono una pianta molto attiva anche nelle stagioni fredde (alcune specie garantiscono anche 4 fioriture all'anno), per questo subiscono facilmente lo stress da "mancanza d'acqua" o da terreni privi delle sostanze nutritive. 


 I lupini macinati si trovano in commercio al costo di circa 2-3 euro per sacchetti da 1 kg e sono particolarmente indicati per tutti gli agrumi e le piante acidofile in genere. É un ammendante organico vegetale semplice, non compostato, che potete acquistare nei consorzi agrari: una volta interrato il maginato ottenuto da lupini essiccati e ben rivoltato nel terreno, basterà innaffiare leggermente e i frutti saranno abbondanti e soprattutto 100% biologici. 

 
Bisogna sottolineare e chiarire con evidenza che il problema principale delle piante in vaso (soprattutto nelle grandi città in cui il servizio idrico offre un acqua fortemente calcarea) è l'innalzamento progressivo del pH di cui soffrono soprattutto le acidofile (Azalee, Gardenie, Camelie…) ma tutte le piante in genere, salvo qualche rara basofila. 

Con un pH elevato si accentua la difficoltà per le radici a scambiare col terreno il ferro e l'effetto più diffuso è proprio la clorosi ferrica con vistosi ingiallimenti fogliari che non rispondono a somministrazioni azotate, anche ripetute.

 E' possibile apportare il ferro nel terreno in maniera naturale utilizzando le bucce di banana essiccate e triturate finemente da mescolare al terreno ad una profondità di circa 5-7 cm dalla superfice ma, in agricoltura, si cerca di intervenire anche con i cosidetti chelati di ferro (sequestrene), disponibile ma costoso anche per usi domestici. Un consiglio della nonna sempre valido, anzi ecologicamente saggio, è quello di far tesoro della meno calcarea acqua piovana o di aggiungere 1 cucchiaino di aceto nell'annaffiatoio di 3-5 litri d'acqua e ovviamente rimescolare il terreno anno per anno tramite l'utilizzo piccoli arnesi manuali per il movemento della terra. 
E' importante però prevenire ed evitare anche l'eccesso di ferro nel terreno che provoca fitotossicità fino alla morte della pianta dopo l'avvizzimento del fogliame che nello stadio iniziale appena accentuato funge da campanello d'allarme.

Ottimo anche il compost (che si può fare con facilità anche con gli scarti alimentari domestici) che in qualche modo ridoni fertilità e permeabilità a vasi terribilmente compattati e quasi ormai veri e propri mattoni.

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