Tecnologia già usata per la bonifica ambientale successiva al recupero della Costa Concordia.
Per ostacolare il fenomeno dell’erosione delle spiagge, salvando i fondali dalla distruzione, ci si affida a una nuova tecnologia tutta italiana: un aspiratore marino capace di effettuare in modo sostenibile e poco invasivo le operazioni di dragaggio che sarà messo in atto nella Regione Sardegna.
La Sardegna ha deciso di testare sul campo le potenzialità dell’aspiratore marino avviando un ambizioso progetto: si partirà dalla riqualificazione di spiagge importanti per l’economia dell’isola, come il Poetto di Cagliari, per poi arrivare al rilancio di numerosi porti in condizioni di degrado, da Olbia a Buggerru.
Lo speciale aspiratore è
stato messo a punto due anni fa dalla Decomar, azienda toscana
specializzata nella bonifica dei siti contaminati e nelle opere di
difesa idraulica. Il sistema, a differenza di quelli attualmente usati
per il dragaggio, è capace di operare senza toccare i fondali,
preservando gli ecosistemi marini.Per ostacolare il fenomeno dell’erosione delle spiagge, salvando i fondali dalla distruzione, ci si affida a una nuova tecnologia tutta italiana: un aspiratore marino capace di effettuare in modo sostenibile e poco invasivo le operazioni di dragaggio che sarà messo in atto nella Regione Sardegna.
La Sardegna ha deciso di testare sul campo le potenzialità dell’aspiratore marino avviando un ambizioso progetto: si partirà dalla riqualificazione di spiagge importanti per l’economia dell’isola, come il Poetto di Cagliari, per poi arrivare al rilancio di numerosi porti in condizioni di degrado, da Olbia a Buggerru.
Grazie a una rivoluzionaria tecnologia a ricircolo, l’aspiratore marino recupera ben l’83% della sabbia dragata, mettendo subito a disposizione per altri usi una materia prima completamente ripulita e decontaminata. Per mezzo di una pompa a circuito chiuso, il materiale viene aspirato e immediatamente separato.
La parte, solitamente minima, che richiede un trattamento disinquinante viene divisa dalla sabbia pulita già pronta per il riutilizzo. In questo modo si abbattono tempi e costi. Senza contare che si impiega la stessa sabbia erosa, adagiata sui fondali, per ricostituire la costa, senza dover trasportare materiali da cave lontane chilometri dal sito da riqualificare.
Una prima fase applicativa di questa tecnologia, nata due anni fa e per ora utilizzata solo in Italia, è stata testata nelle aree portuali di La Spezia e di Livorno. La Decomar ha già messo a disposizione il suo know-how nelle operazioni per il recupero e lo smaltimento della Costa Concordia:
In quest’ultimo caso l’esperienza ancora non si è conclusa, spiega l’azienda, ma anzi si appresta a divenire ancora più interessante dato che ora è possibile avviare le operazioni di ripulitura dal fondale dai detriti (milioni di tonnellate) lasciati non solo dalla nave, ma anche dalle operazioni per il suo recupero.
I vantaggi che derivano dall’impiego di questa tecnologia, che per ora è stata utilizzata solo in Italia, sono molteplici. Come illustrano gli stessi ideatori, sarà infatti possibile avviare progetti di ripascimento delle coste senza dover scavare nuove cave di sabbia. I fondali, inoltre, non verranno intaccati né sarà necessario occupare spazio sulle banchine durante i lavori, dal momento che il sistema opera su piattaforme mobili galleggianti.
Infine, rispetto alla benna, lo strumento più utilizzato da gru ed escavatori, l’aspiratore marino permetterà di conseguire maggiore rispetto per l'ambiente in cui si opera ed un risparmio economico del 30% per le casse degli enti che intervengono . Le benne nella fase di risalita perdono molta della sabbia recuperata dai fondali. Lo spargimento di materiali contaminati che ne consegue inquina le acque e causa rallentamenti nei lavori. La nuova metodica è stata inserita tra i tre progetti premiati dal Sogesid, società in house del ministero per l'Ambiente e tutela del territorio e del mare che fornisce supporto tecnico alle strutture regionali-locali attraverso azioni e interventi che concorrono a risolvere le criticità ambientali (bonifiche, emergenza e gestione rifiuti, dissesti idrogeologici).
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